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“I colori delle donne” nasce da una domanda semplice e disarmante: 

se il carattere avesse una temperatura, un odore, un riverbero di luce di che tinta sarebbe?

In questa serie ritraggo figure femminili reali e immaginarie, ma non dipingo volti: dipingo gradienti di presenza. 

Ogni opera parte da una palette-limite di due o tre colori; il resto è sfumatura, contaminazione, imprevisto. 

• Il verde smeraldo di Attimo di Pace racconta la calma che non si arrende alla distrazione. 

• Il carminio velato di rame in Intuito vibra di quella lucidità che taglia la stanza senza alzare la voce. 

• Il blu ferrosus di Dubbio si increspa come l’acqua prima di una risposta.

Uso pastelli e pigmenti puri perché la polvere di colore si comporta come l’identità: si adagia, si stratifica, può essere spazzata via o ricomposta. 

Il supporto può essere carta, cartone o vecchi pannelli di legno recuperato: voglio che il presente cromatico galleggi sopra una memoria materica.

Queste tele non cercano un’estetica “femminile” (qualsiasi cosa significhi); cercano risonanze

Ogni tinta diventa voce, non etichetta: la donna non è il colore, lo abita per un tratto del cammino e poi ne trasmigra.

Invito chi guarda a fare lo stesso: 

entrare in una stanza di pigmento, ascoltare come suona addosso il proprio umore, uscire con una sfumatura nuova incollata all’anima.

Finché esisterà uno spettro di luce fra la rabbia cremisi e la tenerezza avorio, avrò ancora quadri da dipingere.

   © 2019-2025 Eleonora Sgura pittrice figurativa ritrattista

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